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Portafoglio delle attività disponibili per la vendita (available for sale – AFS)

Lo IAS 39 non prevede particolari vincoli per la classificazione delle attività finanziarie in tale portafoglio, che può accogliere quelle disponibili per la vendita e tutte le altre attività finanziarie che non sono state classificate negli altri portafogli (cosiddetta categoria residuale).

In tale categoria possono essere classificate:
1. le attività finanziarie che effettivamente si ritengono disponibili per la vendita;
2. tutte le altre attività finanziarie non classificate in un’altra categoria di strumenti finanziari.
Non ci sono particolari vincoli per classificare le varie tipologie di attività finanziarie come “disponibili per la vendita”.

Per le attività finanziarie appartenenti a questa categoria lo IAS 39 prevede:
- che siano valutate al fair value con imputazione delle relative variazioni a Patrimonio netto;
- che le differenze tra prezzo d’acquisto e valore di rimborso siano trattate secondo il metodo dell’interesse effettivo e concorrano alla determinazione del costo ammortizzato.
Questa categoria oltre ad accogliere le attività finanziarie tipicamente disponibili per la vendita, ha carattere residuale e si ritiene possa accogliere, in termini di possibile classificazione, le seguenti famiglie di prodotti, identificate secondo l’attuale schema di bilancio italiano:
- tutti i tipi di crediti; - tutti i tipi di titoli detenuti in portafoglio;
- tutte le azioni e partecipazioni cui è applicabile il principio IAS 39 e che non sono state qualificate di trading.
Per contro, risulta obbligatorio non utilizzare questa categoria per:
- i derivati, in quanto non rientranti per definizione nella sub-categoria degli strumenti finanziari “posseduti per la negoziazione”;
- i titoli e le azioni che rientrano nella definizione di “posseduti per la negoziazione”;
- le passività finanziarie, atteso come la definizione di “disponibili per la vendita” include soltanto le attività finanziarie.
Ove si consideri l’impossibilità di qualificare questi investimenti come “posseduti sino a scadenza”, in quanto privi dei relativi requisiti, gli stessi potranno essere classificati come “disponibili per la vendita”. Ciò comporterà che:
- le azioni quotate sono valutate al fair value con contropartita il Patrimonio netto;
- le azioni non quotate o per le quali non sia determinabile un fair value attendibile sono valutate al costo.
La categoria dei “disponibili per la vendita” potrebbe essere utilizzata per le motivazioni di seguito sintetizzate:
- pur essendo basata sul fair value come criterio di valutazione, l’imputazione a Patrimonio netto delle differenze nel fair value elimina la volatilità dei risultati economici che invece caratterizza gli strumenti finanziari valutati al fair value;
- diversamente da quanto previsto per le categorie degli strumenti finanziarie valutati al fair value e “posseduti sino a scadenza”, per i quali le classificazioni iniziali diventano irrevocabili o, nel secondo caso, eventuali riclassifiche sono soggette a pesanti penalizzazioni, esiste un minimo di flessibilità per l’uscita e l’ingresso di strumenti finanziari nella categoria in oggetto dopo la classificazione iniziale.
Se in seguito ad un cambiamento di volontà o capacità, non è più appropriato classificare un investimento come posseduto sino alla scadenza, esso deve essere riclassificato come disponibile per la vendita e rimisurato al fair value, e la differenza tra il suo valore contabile e il fair value deve essere contabilizzata secondo quanto previsto dal paragrafo 55(b).
Facendo riferimento all’attuale ripartizione tra portafoglio immobilizzato e portafoglio non immobilizzato, si può affermare che entrambi i portafogli potrebbero contribuire ad alimentare la categoria dei “disponibili per la vendita” nei bilanci redatti secondo gli IAS.

Dal portafoglio immobilizzato potrebbero confluire nel portafoglio “disponibili per la vendita”:
- i titoli di debito attualmente immobilizzati che la banca non vuole inserire nel portafoglio “posseduti sino a scadenza” per non incorrere nei rigidi vincoli imposti dallo IAS alla movimentazione di questo portafoglio;
- le partecipazioni diverse da quelle di controllo o di collegamento.
Dal portafoglio non immobilizzato potrebbero invece confluire nel portafoglio “disponibili per la vendita”:
- gli investimenti strategici in titoli di debito destinati a procurare soprattutto un rendimento finanziario e solo raramente un guadagno in conto capitale;
- i titoli detenuti per esigenze di tesoreria;
- i titoli di capitale non immobilizzati che non sono strettamente finalizzati alla negoziazione.
Sono destinati a far parte di tale portafoglio per due esercizi, oltre a quello in corso, tutti i titoli “posseduti sino a scadenza”, qualora siano avvenute vendite o riclassificazioni in altre categorie di titoli facenti parte di tale portafoglio per cui si è resa applicabile la tainting provision. Va comunque rilevato che la categoria delle attività finanziarie “disponibili per la vendita” presenta delle notevoli difficoltà di gestione operativa, connesse all’attribuzione delle variazioni di fair value tra le poste del Patrimonio netto e al successivo utilizzo della relativa riserva.